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Il Lama Lobsang Sanghye, al secolo Edmondo Turci, dapprima
è stato un ingegnere in progetti con applicazioni civili, militari e spaziali quali sistemi di stabilizzazione, sensori e ECCM, in seguito nei primi anni settanta comincia ad interessarsi al Buddismo e diventa discepolo di Ghesce Rabten nel 1978 secondo la tradizione del Dalai Lama.

Questo libro racconta le svolte più significative del pensiero simbolico, che maggiormente hanno contribuito alla modernità ed anticipato i pericoli della post-modernità.
Il filo conduttore è “l’umile far di conto” l’aritmetica: ovvero il calcolo delle quantità. L’autore cerca di provare che “valutare” una quantità è intuizione primaria di molte specie. Mammiferi, uccelli e pastori analfabeti, “sanno” valutare le giuste quantità: di cibo, delle uova mancanti nel nido e delle pecore nell’ovile.

Questo libro racchiude una serie di riflessioni sui molteplici aspetti della vita e sugli attimi di felicità, che spesso non cogliamo nella loro profondità.

Il libro raccoglie le più rilevanti riflessioni sulla natura delle cose e dei saperi. Ogni cosa, come il colombo, (dice l’autore) è la naturale preda del falco/vita. Colombo è anche l’eterno bimbo che c’è in noi, nascosto dal falco.
Le cose come sono, la inaudita risposta di Gotama scosse il pensiero Europeo della metà dell’800, con suggestioni protobuddhiste e la visione neo-Kantiana di A. Schopenhauer. Ad oggi, quale è l’esito del confronto con i molti studiosi e scienziati che hanno dibattuto e scritto intorno a quell’insegnamento?

Questo libro dai risvolti multidisciplinari parla della Coscienza e dei suoi stati, del rapporto fra mente e cervello; parla dell’origine dei mondi e dei destini nella metamorfosi della vita. Tratto da una serie di conferenze date dall’autore a Trento e a Roma, conserva il fascino della comunicazione diretta. Il suo approccio è colloquiale, anche se ben supportato dalla tradizione filosofica tibetana di cui S. S. il Dalai Lama è il massimo esponente.

Il filo conduttore di questo libro è la “leggerezza” della vita, quando anche la solitudine ci è cara; e come ritrovarle, sotto la faticosa “finzione” della quotidiana ordinarietà. Questo filo di Arianna porterà il lettore a scoprire una possibile origine del malessere così evidente nell’uomo moderno.
La finzione, sempre più necessaria per sopravvivere in un mondo così complicato, finisce per occultare l’essenza della vita, che è un intimissimo piacere di esserci: “leggerezza”, appunto.
L’uomo moderno, ogni giorno di più, ci convince delle sue ambigue origini di demone-scimmia, una mutazione, raccontata nel mito nepalese, che lo ha fatto dominatore della Terra e distruttore di quasi tutte le grandi specie.

I commenti introduttivi ed i commenti a fronte dei ventisette capitoli di cui è costituita il celeberrimo classico di Nâgârjuna, la Madhyamaka-kârikâ, sono stati ricavati dagli appunti delle lezioni tenute da Thubten Rinchen, Lama residente del Centro Studi Maitri Buddha di Torino negli anni ’97-’98-’99. La traduzione italiana del testo di Nagarjuna, già disponibile nei “Testi Buddhisti” della UTET, è di Raniero Gnoli.

L’esperienza del Risveglio di uno dei più grandi filosofi e mistici di tutti i tempi.
“La mente del risveglio è amare gli altri più di se stessi. Questo pensiero non si accorda col mondo nel quale è così difficile trovare persino qualcuno che sappia gioire dal profondo del cuore.”
Lama Tsong Khapa

Questo libro parla della mente, della coscienza, dei meccanismi dell’umano conoscere e del destino e di come questi temi siano stati analizzati e sviluppati in Oriente e in Occidente.
In esso si pongono questioni fondamentali riguardo il pensiero occidentale e si mostra il contributo che l’Oriente e il Buddhismo possono dare a problematiche attuali.

L’unità dell’essere, intuizione che traspare in ogni manifestazione del mondo visibile, è possibile raggiungerla solo se si supera il processo intellettuale, attraverso un percorso di meditazioni in grado di produrre il “Vuoto di sé”: questo l’insegnamento del “Sutra del cuore della saggezza” esposto da Ghesce Rabten Rimpoce, nato intorno al 1920 e morto nel 1986, nominato consigliere spirituale del Dalai Lama nel 1967 e successivamente da lui incaricato di diffondere il Buddhismo in Occidente.

Fondamentalmente un percorso psicoterapeutico è un addestramento mentale a gestire meglio gioie e dolori ed a riappropriarsi di una ordinaria felicità. Il bisogno di un Sentiero Spirituale, una richiesta di fede insomma, non sorge solo da questo. E’, sempre, o quasi sempre, il contatto con la sofferenza altrui l’evento che scuote una vita normale, fatta appunto di ordinaria felicità: la vita del Buddha, anche qui, è indicativa di questa conversione“.

Il testo uscito nel 1982 espone in modo sintetico e pratico le metodologie a suo tempo più moderne per l’analisi e la progettazione dei servomeccanismi e dei servosistemi. Le tecniche esposte sono poi applicate agli autopiloti e ai complessi strumentali di bordo per la navigazione e l’assetto dei velivoli e dei veicoli spaziali

ROBOT SENZA MITI
I sistemi robotici nella ricerca, nell’industria, nello spazio